Lo scambio fra attenzione e deliberazione
La politica con la rete è diventata marketing.
In realtà la politica nasce come capacità di coagulare consenso e rappresentanze d’interesse, vendendo ad un target sociale l’efficienza dell’azione di un gruppo dirigente. I partiti del XIX° secolo in Europa sono stati lobbies trasparenti. In Italia la destra storica e la sinistra storica erano formazioni corporative di interessi sociali strutturati – i proprietari terrieri, le intermediazioni finanziarie e artigianali -. Poi è subentrato, con il capitalismo industriale, l’ideologie di sistema: lavoro e proprietà si sono fronteggiati per tutto il XX° secolo, producendo un fenomeno nuovo, l’ideologia, che ha alimentato passioni e ambizioni estreme.
La rivoluzione sovietica del 1917 è lo spartiacque di quell’epoca, che pone il tema di una contrapposizione radicale di sistemi sociali: socialismo o liberismo.
Il partito diventava così lo strumento messianico di un cambio della storia. Era una macchina politica che, in base ad una spinta innestata dal conflitto sociale, doveva mediare la propria base sociale rispetto agli obbiettivi concreti da perseguire. Le masse irrompevano nella scena, dilatando forma e intensità dello scontro politico, e rendendo il consenso un fenomeno fideistico: ognuno era destinato dalla propria immediatezza sociale a militare in un campo predestinato. Hanna Arendt, la lucidissima filosofa della politica del 900, analizza il conflitto ideologico che divamperà nel secondo conflitto mondiale dove i totalitarismi diventano forse immense grazie a consensi sociali estesi, dai fascisimi allo stalinismo, che sebbene con percorsi e valori diversi, concentrano il potere in base a mandati plebiscitari, e sintetizza così la dinamica politica che travolgerà l’Europa: le plebi irrompono nella storia anche a costo della propria distruzione”.
Dal dopo guerra inizia una storia diversa. Come scrive Vannuvar Bush nel suo storico saggio sull’atlantica Review nel luglio del 1945, intitolato As we may think “è il sapere e non il lavoro il motore della ricchezza”. Inizia così un processo di trasformazione sociale che accompagna il declino dell’industrializzazione di massa progressivamente, con un’accelerazione negli anni 80, che vedono le produzioni industrisali sostituite dai servizi e , successivamente, dalle relazioni personali a rete, come fonte delle attività economiche. Le masse si polverizzano e diventano moltitudini di individui, caratterizzati non più da identità comuni, ma da ambizioni a differenze sostanziali.
Il secondo spartiacque di questa sotria è il 1989, in cui due eventi determinano il nuovo corso: la pubblicazione del codice web che ci porterà ai social network, e la caduta del muro di Berlino.Lo scontro politico non è più identificato dalle matrici sociali, ma dalle ambizioni e dall’immaginario di ognuno di noi. Come ci dice Manueal Castells nel suo testo Reti di Indignazione e di speranza “il potere è esercitato tramite la costituzione di significati nell’immaginario collettivo”. Il partito diventa dunque prima megafono di significati, e poi schermo di televisione, in cui leader sempre più solitari, parlano ad ognuno dei potenziali elettori cercando di conquistarne l’attenzione.
Successivamente , con la diffusione dei social network, la pratica di rilevanza e di individuazione di ognuno degli elettori nel pulviscolo generale cresce e il partito si scopre vulnerabile e debole rispetto a domande sociali sempre più differenziate e soprattutto dinanzi alla pretesa di ogni elettore di avere un riscontro, di contare nelle decisioni. Da una parte prende forme la critica anti elitaria che comincia a logorare la democrazia rappresentative, dall’altra, negli stati Uniti, prima Howard Dean, nel 2004, e poi Barack Obama, nel 2008, aprono la strada ad un sistema di conversazioni dirette fra il candidato e il singolo elettore.
In questo intreccio di flussi di comunicazione si generano masse sterminate di dati che cominciano ad essere piste pèer decifrare l’immaginario, i bisogni, le ambizioni di ognuno degli utenti della rete. Si sperimenta così il marketing predittivo e si sviluppa la tecnica che Cambridge Analytica, nelle elezioni presidenziali del 2016, con Trump , trasformerà in una implacabile forza persuasiva: la dark advertising.
Il mondo cambia: cambia il modo di costruire il potere, cambia il modo di fare la guerra, cambia il sistema organizzativo dei partiti. La potenza di calcolo e la disponibilità infinita di dati rende ognuno degli utenti interlocutore noto e trasparente a chi può elaborare psico -grafi sociali, per parlare ad ognuno esattamente nel linguaggio e con l’intimità più esclusive e impreviste.
Si creano nel mondo sistemi centralizzati per interferire sulle decisioni di masse, ma si formano anche folle auto organizzate che usano la rete per identificarsi e premere sul potere. In questo gioco diventa essenziale la capacità di coinvolgere le persone sulla base di una garanzia di rilevanza: lo scambio che vince è quello fra attenzione dei singoli e partecipazione alle deliberazioni. Un patto che deve rinnovarsi permanentemente perché le persone hanno obbiettivi e linguaggi sempre diversi fra loro: quale forma partito potrà oggi essere adeguata a questo nuovo mondo? Quali procedure, quali linguaggi quali valori possono dare forza ad un progetto senza ingessarlo in un’ideologia ? Chi decide in un partito a rete e come si inserisce in un territorio un progetto politico nazionale ? sono domande che oggi investono, attraverso la politica, tutte le forme organizzative della nostra vita, dalle relazioni personali alle scelte economiche e culturali.
Su questo proveremo a lavorare, sp